New England: Connecticut, Maine, Massachusetts, New Hampshire, Rhode Island & Vermont - Settembre 2016

28.11.2016 13:37

Eravamo molto indecisi quest’anno sulla destinazione delle nostre vacanze estive (o quasi visto che partiamo sempre a settembre…) e alla fine il New England ha vinto la concorrenza del Canada, della California e delle grandi città della East Coast. Perché proprio il New England? Perché speravamo di trovare i magnifici colori autunnali, perché il viaggio in aereo non era lungo e perché della East Coast conoscevamo solo New York.

Decisa la destinazione ci siamo attivati nella prima ricerca importante di questi viaggi: la prenotazione del volo! E ancora una volta (come per New York a Capodanno) è risultata vincente Aer Lingus: 1.075.70€ in due per l’andata e ritorno su Boston da Parigi dove abitiamo (ma Aer Lingus serve anche tante città italiane). Chiaramente abbiamo fatto scalo a Dublino con un grandissimo vantaggio: è l’unico aeroporto in Europa (insieme all’altro irlandese di Shannon) dove si fa la frontiera americana prima di imbarcarsi! Ciò vuol dire che una volta atterrati negli USA bisogna solo andare a cercare i bagagli e via, come se fosse un volo interno!

Dopodiché abbiamo cominciato a studiare il percorso. Il New England è incastrato tra lo stato di New York e il Canada e comprende 6 stati: il Connecticut, il Maine, il Massachusetts, il New Hampshire, il Rhode Island e il Vermont. Non sono stati enormi e quindi ci è piaciuta l’idea di poterli toccare tutti e 6 e di poterci dormire. Stabilito il percorso e le tappe abbiamo cominciato a prenotare gli alberghi. Le prenotazioni le abbiamo fatte quasi tutte su Expedia, tranne una effettuata su Booking e un’altra direttamente sul sito della catena dell’hotel (Choice Hotels).

Altro elemento fondamentale da prenotare in anticipo per un roadtrip come questo è chiaramente la macchina! Questa volta ci siamo affidati a un sito che fa da intermediario e che riesce a negoziare prezzi molto interessanti: Auto Europe. Per una macchina “compatta” (all’americana...) per 12 giorni con kilometraggio illimitato e tutte le assicurazioni abbiamo speso 337.59€. Un prezzo estremamente interessante e difficile da battere. Siccome è un intermediario non dispone di un suo parco macchine e banchi negli aeroporti, in effetti la nostra macchina era fornita dall’Alamo (ma con il prezzo di Auto Europe...).

Ci siamo poi messi alla ricerca di eventuali escursioni da dover prenotare in anticipo e dopo vari “studi” su diversi blog e guide abbiamo deciso che l’unica cosa che avremmo prenotato in anticipo sarebbe stata la crociera per l’avvistamento delle balene a Cape Cod con la Dolphin Fleet a Provincetown: 45$ a persona. Tutte le altre eventuali escursioni le avremmo fatte direttamente sul posto.

Come sempre prima di partire per gli Stati Uniti vi raccomandiamo di controllare che il vostro passaporto non sia scaduto (e che non scada entro 6 mesi dalla partenza del viaggio), che sia biometrico e soprattutto di fare l’ESTA: una sorta di visto elettronico a pagamento (14$), valido 2 anni, almeno 72 ore prima del decollo (o di aggiornarlo se lo avete già fatto e siete nei due anni di validità).

Ricordatevi che al momento del check-in e dell’imbarco vi chiederanno il passaporto; in più, come detto, a Dublino passerete già la frontiera statunitense: vi dovrete mettere in fila con tutti gli altri passeggeri nella parte riservata ai cittadini non statunitensi. Prima di passare alla frontiera vi indirizzeranno verso dei terminal dove riempirete elettronicamente un formulario in cui assicurate di non portare cibi freschi, semi, droga e così via. Quando sarà il vostro momento vi prenderanno le impronte digitali delle 10 dita delle mani con uno scanner e la vostra fotografia. Controlleranno i documenti, vi chiederanno dove alloggiate e possono chiedervi l’ESTA e di mostrare il biglietto di ritorno. Vi mostreranno su uno schermo la vostra valigia domandandovi se è la vostra. Una volta fatto tutto ciò vi metteranno un timbro sul passaporto e potete recarvi all’imbarco.

E passiamo alle guide. Di solito in questi viaggi ci muoviamo con diverse guide in quanto spesso sono complementari le une delle altre e anche questa volta siamo partiti con 4 guide! La Guida Verde Michelin Boston e il New England (che si è rivelata sempre all’altezza delle speigazioni dei luoghi visitati), la Lonely Planet New England (anche questa molto buona nelle spiegazioni e nella scelta dei ristoranti), la Routard Stati Uniti Nord-Est (ma non molto utile questa volta) e la Cartoville su Boston (sempre utile per spostarsi in città). Possono sembrare eccessive, ma alla fine una sola guida non è mai sufficiente...

Per quanto riguarda il clima non ci aspettavamo certo di trovare caldo e sole vista la zona abbastanza a nord e il periodo dell’anno (in ogni caso non partivamo alla ricerca del caldo: quello speravamo riceverlo dai colori autunnali). Vi consigliamo comunque di portare con voi un po’ di tutto: passerete dal mare alla montagna, quindi abiti leggeri e un impermeabile quando sarete in riva al mare e abiti più pesanti e comodi e una giacca pesante per la montagna. Alla fine abbiamo avuto temperature mai veramente fredde o calde e per fortuna niente pioggia!

Ultimamente il cambio con il dollaro è sempre meno interessante (più o meno 1€ = 1.1$), ma è comunque consigliabile cambiare denaro prima della partenza: cercando un po’ di solito si riesce a trovare cambi interessanti e alcuni uffici non fanno pagare le commissioni. Ricordatevi anche che sul posto non appena utilizzate la carta di credito (che sia per pagare o per ritirare denaro al bancomat) la vostra banca vi farà pagare le commissioni in più.

Ricordatevi che negli Stati Uniti quando andate al ristorante al momento del conto vi aggiungeranno le tasse (circa l’8%) e poi dovrete aggiungere la mancia al cameriere (circa il 15%) in quanto lo stipendio è minimo e vivono grazie alle mance (tips). E su quasi tutti i prodotti al prezzo esposto dovrete aggiungere le tasse (che variano a seconda del tipo di prodotto e dello stato), tranne nel New Hampshire dove non hanno le tasse. Ma una cosa molto conveniente è la benzina: noi l’abbiamo pagata circa 2.1$ al gallone (un gallone equivale a pocomeno di 4 litri, vi lasciamo la sorpresa di calcolare quanto ci costava in euro al litro!).

E veniamo al racconto del nostro viaggio in New England. Qui di seguito troverete le tappe con gli alberghi (e i costi), i ristoranti e le cose che abbiamo visto e a noi sono piaciute di più (anche se è difficile fare una scelta: è tutto stupendo!).

23 settembre

Partenza da Parigi Charles de Gaulle per Dublino dove arriviamo in circa 1 ora e 20 minuti di volo. Scendiamo dall’aereo e ci dirigiamo verso la zona delle partenze per gli USA (oramai cominciamo a conoscere abbastanza bene questo aeroporto: è la terza volta che ci passiamo in 10 mesi!). Dopo aver passato un controllo dei bagagli a mano passiamo la frontiera statunitense (col dubbio che sia la stessa poliziotta dell’altra volta...) e ci rechiamo al gate in attesa dell’imbarco per Boston. Dopo l’imbarco e un volo tranquillo di poco più di 5 ore atterriamo all’aeroporto Logan di Boston nel tardo pomeriggio.

Rrecuperiamo le valigie e con una navetta gratuita arriviamo nella zona delle agenzie per il noleggio della macchina: individuiamo l’Alamo e sbrighiamo tutte le pratiche per prenderla. Noleggiamo anche il “Telepass” statunitense (E-ZPass) in quanto l’addetto ci informa che è più veloce e spesso non si ha altra scelta (il GPS invece l’avevamo portato da casa nuovo di zecca!).

Una volta recuperata una fiammante Hyundai Accent con targa di Washington (anzi District of Columbia) grigia e comoda impostiamo il GPS in direzione Danvers dove passeremo la prima notte al North Sore Hotel: 125.51€ per la notte, con colazione, wi-fi e parcheggio inclusi già pagati tramite Expedia. L’albergo si rivela buono con la camera ampia e pulita. La colazione è buona e ricca e il wi-fi funziona bene. Siccome è l’ora di cena riprendiamo la macchina e in un centro commerciale vicino prendiamo un’ottima pizza con salame (“pepperoni”) da Center Street Pizza (110 Newbury St, Danvers) e ce la mangiamo in camera.

La giornata è stata lunga e quindi stanchi ma felici ci mettiamo finalmente a dormire verso le 10 di sera (a proposito il New England ha 6 ore di differenza di fuso orario con l’Italia).

24 settembre

Dopo una buona colazione lasciamo l’albergo in direzione di Salem. Sulla strada attraversiamo i paesini di Danvers e Peabody: e già ci innamoriamo di questi posti! Le case sono tutte in legno di colori pastello con bellissimi prati verdi: un incanto! Ci diciamo che ci piacerebbe proprio abitare qui!

Arrivati a Salem lasciamo la macchina (e non paghiamo il parcheggio in quanto il sabato non si paga) e cominciamo a visitare questa cittadina sulle sponde dell’Oceano famosa per le streghe. E dobbiamo dire che anche in questo caso la città si rivela molto bella, con case in legno alternate ad altre in stile vittoriano. Per un po’ seguiamo l’Heritage Trail: un percorso tracciato con una linea rossa per terra che attraversa la città toccando i monumenti principali. Tra questi non bisogna perdere il Salem Maritime National Historic Site, l’U.S. Custom House, la The House of the Seven Gables, il Salem Common, Essex Street e la statua di Samantha di Vita da Strega.

Lasciata a malincuore la bella Salem ci dirigiamo verso Cape Ann, subito a Nord. Questo bel promontorio accoglie una serie di bei paesini, dove anche una sosta veloce per fare qualche foto o godersi il panorama ne vale la pena. Tra questi: Manchester by the Sea con un bel porticciolo turistico dominato dalla bella chiesa bianca, Gloucester con i paesaggi immortalati da Edward Hopper nei sui magnifici dipinti e Rockport con una zona pedonale molto caratteristica e una vista stupenda sul mare. Proprio a Rockport abbiamo pranzato: un buon wrap al tonno e un’eccellente clam chowder (una zuppa cremosa di crostacei tipica del New England) al Bean & Leaf Cafe (12 Bearskin Neck, Rockport).

La nostra prima tappa continua verso Nord: lasciamo quindi il Massachussets, attraversiamo rapidamente la costa del New Hampshire per arrivare a quella del Maine. Qui ci fermiamo a visitare tre altri incantevoli paesini: York, con le sue scogliere a strapiombo sul mare (e con un matrimonio da celebrare in questa meravigliosa cornice), Ogonquit, con le sue ampie spiaggie e i sentieri lungo l’Oceano (e un altro matrimonio che si celebra...) e Kennebunkport con la sua strepitosa Ocean Avenue (e l’ennesimo matrimonio!).

La sera abbiamo dormito al Seacoast Motel a Wells, tra Ogonquit e Kennebunkport: 95.87€ tramite Expedia per la notte, la colazione, il wi-fi e il parcheggio. La camera è pulita e abbastanza grande. La colazione è un po’ anomala: su un tavolo all’aperto dispongono tutto l’occorente, ci si serve e si va in camera a mangiare (comunque c’è tutto quello che ci si aspetta per una colazione). La sera prima abbiamo mangiato LA specialità di queste parti: il lobster roll, ossia un panino con l’astice che è il re indiscusso di queste parti. Sulla strada avevamo visto un locale che sembrava carino, il Jake's Seafood (139 Post Rd, Moody), solo che era pieno. Per fortuna facevano anche la vendita per asporto, quindi abbiamo preso i panini e siamo andati a mangiarli in albergo: veramente buoni!

25 settembre

Dopo la colazione riprendiamo la macchina in direzione Nord: oggi si arriva all’Acadia National Park. Ma prima ci fermeremo ancora lungo la costa a visitare altre perle di questa regione.

La prima tappa si trova sul Cape Elizabeth: è il magnifico Portland Headlight, ancora una volta non si può non pensare a Hopper, in quanto lo ha immortalato in uno dei suoi più bei dipinti. In più il cielo è blu intenso e la bellezza del posto risalta ancor di più. Parcheggiamo la macchina in uno dei parcheggi gratuiti e ci facciamo una bella passeggiata fino al faro. Non lo dimenticheremo presto!

Lasciato il faro ci dirigiamo verso la vicina Portland, che è la città più grande del Maine nonché un porto importante. Parcheggiamo in un parcheggio a pagamento lungo la Commercial Street (5.50$ l’ora) e ci facciamo un giro in questa città con tutti i suoi edifici rossi che si affacciano sul mare, i suoi negozi di souvenir e i suoi tanti ristoranti.

A fine mattinata ripartiamo da Portland e lungo la strada che costeggia l’Oceano (la Highway 1) facciamo tappa in altri due paesini molto pittoreschi: Rockport (un altro!) e Camden. Rockport è il classico paesino di pescatori adagiato in una bella insenatura. Camden è più turistica ma anche più carina. Qui pranziamo: prendiamo due panini caldi in un caratteristico deli, il Camden Deli (37 Main St, Camden). Oltre a  essere ottimi (così come i due dolci che hanno concluso il nostro pranzo) il locale ha una stupenda terrazza che domina il bel porticciolo turistico. Camden è veramente carina e caratteristica.

A fine giornata arriviamo alla nostra destinazione finale della giornata: Bar Harbor, proprio a ridosso dell’Acadia NP. Qui dormiremo 2 notti al Quality Inn: 266.18€ per le due notti con colazione, wi-fi e parcheggio inclusi prenotato tramite Expedia. La camera è ancora una volta spaziosa e pulita e la colazione è buona e con molta scelta. Ci rendiamo conto che deve aver piovuto prima del nostro arrivo, ma ora per fortuna ha smesso e ne approfittiamo per andare a piedi nel centro del paese (poco più di 5 minuti lungo una strada ben illuminata e con marciapiede). Il paese è molto carino e si affaccia su una bellissima baia disseminata di tante piccole isole. Per la cena abbiamo deciso di andare da Geddy's (19 Main St, Bar Harbor), caratteristico locale dove abbiamo mangiato molto bene dell’ottimo pesce.

26 settembre

Oggi giornata dedicata interamente all’Acadia National Park. Grazie al passaporto annuale dei Parchi americani, America the Beautiful (Interagency Pass), fatto a settembre dello scorso anno nel South-West (se vi interessa il nostro viaggio lo trovate qui) e che scadeva proprio il 30 settembre di quest’anno non dobbiamo pagare i 25$ d’ingresso per la macchina. Vi ricordiamo che il Pass costa 80$, quindi è conveniente solo se fate almeno 3 o 4 Parchi (dipende anche da quanto costa il singolo ingresso in ogni Parco).

Il Parco è eccezionalmente bello: montagne verdi che si gettano a picco nel blu intenso dell’Oceano. Uno spettacolo veramente particolare e quasi unico. E ancora una volta grazie al cielo blu intenso lo spettacolo risulta essere ancor più impressionante!

Da non perdere in questo meraviglioso Parco è la vista dalla vetta del Cadillac Mountain che si raggiunge tranquillamente in macchina: si domina l’intero Parco (che poi altro non è che la Mount Desert Island) con tutte le miriadi di isolette che lo circondano. Molto bella è anche la Park Loop Road che vi farà scoprire scorci bellissimi, tra cui la stupenda Sand Beach, il Thunder Hole dove le onde si infrangono rumorosamente sulla scogliera,  le suggestive Otter Cliff e Otter Cove per finire al suggestivo lago di Jordan Pond con un’acqua cristallina. E poi fate un po’ di strada in macchina arrivando dall’altra parte dell’isola (e quindi del Parco) fino a Bass Harbor per ammirare il bel faro che sembra appeso sulla scogliera.

La sera siamo tornati a cenare da Geddy’s, mangiando nuovamente dell’ottimo pesce, servito con gentilezza e simpatia, ve lo consigliamo veramente (anche perché ha un ottimo rapporto qualità/prezzo rispetto agli altri ristoranti della zona).

27 settembre

Oggi lunga tappa di trasferimento: lasciamo il Maine e il mare per approdare nel New Hampshire e in montagna, più precisamente alle White Mountains. La mattina ci svegliamo sotto una pioggia battente e dopo la nostra buona colazione ripartiamo sperando che lungo la strada la pioggia si calmi.

Sulla Highway 95 vediamo il cartello di Tim Hortons (333 Main St, Waterville) che ci ricorda il magnifico viaggio fatto nello stesso periodo in Canada due anni prima (se vi interessa il nostro viaggio lo trovate qui): presi dalla nostalgia ci fermiamo a prendere caffé e donuts. Sempre buoni.

Più ci avviciniamo al New Hampshire e alle White Mountains più il tempo migliora, per fortuna. E quando arriviamo alle pendici di queste magnifiche montagne il sole brilla di nuovo! Visto che è l’ora di pranzo ci fermiamo a Gorham per un pranzo veloce da Subway (66 Main St #1, Gorham).

Dopodiché imbocchiamo la Highway 16 che attraversa questo massiccio da Nord a Sud nella sua parte orientale offrendoci dei magnifici paesaggi e una splendida vista sul Mount Washington, la vetta più alta delle White Mountains. E cominciamo finalmente a vedere anche qualche albero che si sta colorando con i caldi colori dell’autunno!

Alla fine della strada arriviamo a North Conway a metà pomeriggio, dove passeremo due notti allo Spruce Moose Lodge & Cottages: 153.69€ per le due notti, con un’ottima colazione, wi-fi e parcheggio prenotato tramite Booking. In realtà questa volta non è un classico albergo, ma un B&B molto caratteristico e gestito da una simpatica coppia con due adorabili cani.

Visto che oramai era pomeriggio inoltrato e non avevamo il tempo di andare a fare altre escursioni ne abbiamo approfittato per fare un po’ di shopping. Per prima cosa dovete sapere che nel New Hampshire non ci sono tasse, quindi i prezzi sono ancor più convenienti. Poi a North Conway c’è un grosso Outlet Village: il Settlers Green, approfittatene per comprare soprattutto marche americane. Malgrado il cambio col dollaro non sia più così favorevole, si fanno comunque affari molto interessanti (per esempio un paio di jeans Levi’s a 39$ o delle scarpe New Balance a 45$).

Ne approfittiamo anche per farci un giro in un negozio di Natale: il Christmas Loft (2028 White Mountain Hwy, North Conway) dove compriamo qualche pallina per il nostro albero e facciamo merenda al The Metropolitan Coffeehouse (2680 White Mountain Hwy, North Conway) con un buon caffé e ottimi dolci.

La sera ci siamo avventurati a piedi per andare a cena sulla strada principale (circa 5 minuti), ma il ritorno è stato un po’ difficoltoso in quanto la strada era poco o nulla illuminata e l’ultimo tratto era senza marciapiede. In ogni caso abbiamo cenato molto bene da Horsefeathers (2679 White Mountain Hwy, North Conway), questa volta dell’ottimo arrosto di maiale.

28 settembre

Dopo un’ottima colazione preparata all’istante dai nostri ospiti (con dei fantastici pan cakes al mirtillo) e soprattutto conviviale, visto che tutti gli ospiti delle camere siedono intorno a un grande tavolo tutti insieme e si discute del viaggio che si sta facendo, delle imminenti elezioni presidenziali o dei nostri paesi d’origine (per esempio oltre a noi Italiani che viviamo in Francia c’era una coppia di Singapore, una di Israele e una coppia di fratelli tedeschi), partiamo per una giornata intera alle White Mountains.

Purtroppo il tempo è cambiato: la notte è piovuto e questa mattina c’è della nebbia (o piuttosto delle nuvole basse). Come sempre siamo fiduciosi e speriamo che nel corso della giornata il tempo migliori.

Imbocchiamo quindi la Highway 302 che ci porta verso la parte occidentale delle White Mountains. Malgrado la nebbia i colori autunnali cominciano a farsi vedere sempre più e la strada è suggestiva. Dopo circa un’ora di strada (con delle soste per fare qualche foto) arriviamo a Bretton Woods con le nuvole che cominciano ad aprirsi regalandoci la vista di questo posto speciale ancor più suggestiva per delle splendide foto souvenir di questo esclusivo resort.

Dopo Bretton Woods scendiamo fino al Franconia Notch Sate Park. La prima tappa sarà la funivia Cannon Mountain Aerial Tramway: per 29$ a persona facciamo un biglietto che oltre alla funivia ci permetterà di accedere anche alle vicine gole. La funivia sale e il panorama dall’alto è strepitoso, malgrado il cielo non sia limpido. E poi abbiamo mangiato forse i muffin più buoni di sempre al caffé con vista della funivia, il Cafe 4080.

Una volta scesi abbiamo ripreso la macchina per arrivare alle vicine gole del Flume Gorge, incluse nel nostro biglietto. Prima di intraprendere il sentiero, visto che è ora di pranzo mangiamo un pezzo di pizza (pepperoni, ovviamente) alla tavola calda del Visitor Center. Poi con lo stomaco pieno intrapendiamo l’esplorazione di queste belle gole tramite un suggestivo sentiero nel bosco che attraversa anche due ponti coperti e ti fa scoprire le gole dal loro interno. Veramente suggestivo. E con il sole!

Per tornare a North Conway imbocchiamo la celebre Highway 112 altresì chiamata Kancamagus Highway (in onore di una tribù di nativi): una delle strade più suggestive d’America. In più con i colori autunnali diventa ancor più bella.

La sera decidiamo di prendere la macchina per andare a cena, vista l’esperienza negativa a piedi della sera precedente. Questa volta optiamo per un pub irlandese (solo sulla carta visto che faceva cucina americana): il May Kelly's (3002 White Mountain Hwy, Conway), dove mangiamo uno dei polpettoni (meat loaf) più buoni di sempre!

29 settembre

La mattina ci alziamo con un bel sole splendente. Dopo la solita ottima colazione (questa volta a base di uova strapazzate e bacon) e le solite chiacchiere con i nostri commensali (la coppia di Singapore è stata sostituita da una del Connecticut) lasciamo North Conway e il New Hampshire in direzione del Vermont.

La prima tappa di oggi è Stowe: è un paesino molto carino con le solite ma belle case in legno tutte colorate e candide chiese bianche con campanili a punta. E’ anche una stazione sciistica molto importante e rinomata (e si vede dal numero di gallerie d’arte che ospita...). Visto che è ora di pranzo mangiamo velocemente in un caffé della città, il Black Cap Coffee (144 Main St, Stowe): molto carino e tipico.

Ripresa la macchina facciamo pochi chilometri per raggiungere la nostra seconda tappa del giorno, la fabbrica di gelati di Ben & Jerry’s (1281 Waterbury-Stowe Road, Route 100, Waterbury): dove con 4$ a persona facciamo un tour della fabbrica con la storia di quest’avventura, la visita dello stabilimento e degustazione finale. Chiaramente dopo la degustazione offerta abbiamo raddoppiato mangiando un altro ottimo gelato al banco esterno. E non perdetevi il “cimitero” dei gusti caduti in disuso!

Ripartiamo da Waterbury in direzione del Lake Champlain dove passeremo la notte. Purtroppo avvicinandoci a questo immenso lago (il sesto per estensione dgli USA) il cielo si copre. Raggiungiamo Shelburne dove troviamo il nostro hotel, il Days Inn: 69.18€ per la notte, con wi-fi, colazione e parcheggio, prenotato con Expedia. La camera è come sempre ampia e pulita e la colazione è buona.

Riprendiamo la machina e decidiamo di andare a fare un giro lungo il lago, prendendo tra l’altro la Highway 2 che arriva sulle isole in mezzo al lago. Purtroppo però ci rendiamo conto velocemente che avere dei punti dove poter ammirare il lago sarà praticamente impossibile: quasi tutte le strade che portano al lago sono private e sulle sponde ci sono case private. Peccato perché sarebbe stato bello poter ammirare questa grande distesa d’acqua...

Ci fermiamo quindi a Burlington, che è la città più importante del Vermont. Lasciamo la macchina in un parcheggio a pagamento (2$ l’ora) e cominciamo a passeggiare lungo le sponde del lago (almeno qui è possibile!). Poi risaliamo fino alle vie centrali. La cittadina è carina e sembra molto vivace con musicisti un po’ ovunque.

Rientrando sulla strada ci fermiamo a mangiare una Chicago pizza (o deep pizza) da Uno Pizzeria & Grill (1330 Shelburne Rd, South Burlington): in pratica la pasta è molto alta e il ripieno abbondante. E la pasta in questo caso era veramente deliziosa.

30 settembre

Ci svegliamo e anche oggi il cielo è grigio ma per fortuna non piove! Oggi restiamo in Vermont ma dal lago passiamo alle montagne: questa volta sono le Green Mountains. Sulla strada ci fermiamo da uno dei tanti Dunkin' Donuts (5356 Ethan Allen Hwy, Jiffy Mart Gas Station, New Haven, VT) per un caffé e un ottimo donut alla crema (Boston kreme).

La prima tappa è alle pendici di queste montagne, più precisamente a Middlebury, grazioso villaggio con un importante college che porta il nome del paese. Malgrado il cielo grigio la visita del college è piacevole con i suoi grandi edifici in pietra e i prati verdi.

Lasciata Middlebury ci addentriamo nelle Green Mountains che ci regalano magnifici paesaggi con i colori autunnali. Ci fermiamo qualche minuto a Ripton dove c’è la sede estiva del college di Middlebury con degli edifici gialli molto belli.

Dopo Ripton arriviamo a Woodstock che è un luogo di villeggiatura molto esclusivo, infatti qui passano le loro vacanze tra le famiglie più importanti e ricche d’America. Il paese è molto carino con un ponte coperto in pieno centro. Poi grazie alla nostra guida ci dirigiamo verso una fattoria subito fuori Woodstock (e attraversando un altro magnifico ponte coperto rosso fuoco): la Sugarbush Farm (591 Sugarbush Farm Rd, Woodstock). Qui ci faranno assaggiare una miriade di tipi di cheddar da loro prodotti e anche di sciroppo d’acero (maple syrup) sempre di loro produzione. Eccezionali entrambi! E chiaramente siamo ripartiti con scorte di formaggio e sciroppo...

Riprendiamo la strada e attraversando ancora i maestosi paesaggi delle Green Mountains arriviamo a Manchester, dove passeremo la notte all’Econo Lodge: 128.27€ con colazione, wi-fi e parcheggio prenotati col sito della Choice Hotel. L’albergo è abbastanza spartano, la camera è pulita e abbastanza grande ma per avere l’acqua calda bisogna farla scorrere almeno 5 minuti e la colazione è essenziale.

Dopo una sosta in uno Sturbucks (365 Depot St, Manchester Center) per mangiare qualcosa partiamo alla scoperta di Manchester che è molto carina: anche lei è una meta di villeggiatura molto esclusiva. Le case sulla strada principale sono enormi e molto belle, come sempre in legno di color pastello con grandi prati verdi davanti e qualche albero con i colori dell’autunno. Non si fatica a innamorarsi di questo posto.

La sera decidiamo di andare a cena in un vero Diner americano, proprio accanto l’albergo: il Bob's Diner (2279 Depot St, Manchester Center), dove mangiamo due deliziosi hamburger spendendo poco. E poi la sensazione di vivere una scena di un film!

1 ottobre

Ripartiamo da Manchester la mattina sotto un cielo grigio in direzione Sud: oggi lasceremo il Vermont e i suoi bei colori per tornare in Massachusetts.

Terminiamo di attraversare le Green Mountains e ci fermiamo a Bennington. Seguendo le indicazioni delle guide saliamo fino alla Old Benningnton dove scopriamo un enorme obelisco che è un monumento alle battaglie per l’Indipendenza. Attraversiamo tutta la Old City che ancora una volta è costellata di belle case in legno in stile vittoriano e entriamo nella bella Old Church con annesso cimiterino.

Lasciamo quindi il Vermont per tornare nel Massachusetts e più precisamente nella zona dei Berkshire. Questa è un’altra zona turistica sia invernale sia estiva quando si svolgono numerosi festival musicali di tutti i generi. Noi siamo fuori stagione ma la regione è molto bella comunque.

Per prima cosa ci fermiamo a Ovest di Pittsfield per visitare l’Hancock Shaker Village (1843 W Housatonic St, Pittsfield): 20$ a persona per visitare questo storico e curioso villaggio. In effetti in questo villaggio viveva una confraternita religiosa che predicava la gioia nelle azioni quotidiane: quindi danzavano e cantavano quando lavoravano o svolgevano i loro compiti quotidiani (da qui shaker). Solo che predicavano anche l’astinenza assoluta e malgrado l’adozione di orfani si sono inevitabilmente estinti. Il villaggio è interessante e ci mostra come vivevano e del fatto che non rifiutassero il progresso ma al contrario erano all’avanguardia per i loro tempi.

Dopo aver mangiato nel ristorante del villaggio (il Village Harvest Café) una buona zuppa di verdura qui coltivata, torniamo ai nostri giorni e partiamo verso altri due paesi molto belli e caratteristici: Lenox e Stockbridge. Ancora una volta quello che colpisce sono le stupende case in legno e la calma che questi paesi offrono. A Stockbridge scopriamo una bakery molto bella e quindi prendiamo delle specie di ottimi mini calzoni e dei donuts fatti con le patate da mangiare in albergo: la Daily Bread Bakery (31 Main St, Stockbridge).

La notte la passiamo vicino Lenox all’Howard Johnson: 108.78€ per la notte con colazione, wi-fi e parcheggio inclusi prenotato via Expedia. La camera è bella e ampia, ma la pulizia non è delle migliori...così come la colazione che è alquanto essenziale.

2 ottobre

Oggi lasciamo i Berkshire e di nuovo il Massachusetts per arrivare nel quinto stato da noi visitato del New England: il Connecticut. E rivedremo anche l’Oceano!

La notra prima tappa è New Haven, sulla costa dove andremo alla scoperta della celebre Università di Yale. Lungo la strada incontriamo un po’ di pioggia, ma all’arrivo non piove, anche se il cielo resta grigio.

Parcheggiata la macchina (gratuitamente visto che è domenica) facciamo un lungo giro che ci fa scoprire i diversi campus ed edifici di questa importante Università che fa parte della prestigiosa Ivy League: 8 fra le più importanti e antiche Università della East Coast (tra le altre anche la Columbia, Princeton o Harvard). Gli edifici sono molto belli e cambiano a seconda del campus. Ma la cosa che ci colpisce di più sono delle colonnine blu che servono in caso di emergenza: basta spingere un pulsante e si attivano polizia e soccorsi. Evidentemente le notti degli studenti non sono molto tranquille...

Giunta ora di pranzo (dopo aver comprato dei souvenir di Yale) decidiamo di mangiare e di approfittare dei tanti locali a prezzi modici intorno l’Università. La nostra scelta cade su Panera Bread (1060 Chapel St, New Haven), dove mangiamo un’ottima e abbondante Ceasar Salad with Chicken. Nel vicino Atticus Bookstore/Cafe (1082 Chapel St, New Haven) prendiamo un caffé e degli ottimi scones artigianali.

Con lo stomaco pieno riprendiamo la strada verso la nostra destinazione finale di oggi: Mystic. Decidiamo quindi di fare un pezzo di strada lungo la costa (la Highway 146), ma con nostra grande delusione capiamo che anche qui è come per il Lake Champlain: il mare si vede poco in quanto le strade per accdervi sono private e vi si affacciano case private! Per fortuna a un certo punto ci perdiamo e arriviamo a Brandford da dove si riesce a vedere un po’ di questa magnifica costa!

Riprendiamo quindi l’autostrada e arriviamo a inizio pomeriggio a Mystic, dove passeremo la notte al Days Inn: 56.58€ prenotato via Expedia per la notte, il wi-fi, il parcheggio e una buona colazione. La camera è come sempre ampia e pulita.

Lasciate le valigie riprendiamo la macchina per andare verso il centro di questa bella località: dopo un paio di giri a vuoto andiamo a lasciare la macchina nell’ampio e gratuito parcheggio di fronte al Mystic Seaport Museum (Mystic Seaport, 47 Greenmanville Ave): non è vicinissimo al centro ma neanche troppo lontano, circa 10-15 minuti a piedi.

Mystic è veramente carina: sorta sull’estuario dell’omonimo fiume è un insieme di belle casette e di un porto turistico molto gradevole. Divenuta celebre anche per alcuni film qui girati (su tutti Mystic river e Mystic pizza), la si gira rapidamente a piedi. E un’altra attrazione è il ponte che ogni ora blocca il traffico terrestre per far transitare quello marino...

Al momento della cena abbiamo seguito le indicazioni di tutte le guide: fate una foto al locale reso celebre dal film Mystic pizza ma se volete una buona pizza andate nel vicino Pizzetta (7 Water St, Mystic). E così abbiamo fatto, mangiando un’ottima pizza in un bel locale con annessa terrazza sul fiume.

3 ottobre

Oggi arriveremo nel sesto degli stati da noi visitati nel New England, nonché il più piccolo stato degli USA: il Rhode Island.

Lasciata quindi Mystic sotto un cielo con qualche nuvola e un po’ di sole ci dirigiamo verso la capitale del Rhode Island: Providence.

Dopo aver girato un po’ a vuoto per lasciare la macchina (e parcheggi con prezzi incredibili: 10$ per 30 minuti!) risaliamo su College Hill e troviamo posto in una stradina con parcheggio gratuito. Iniziamo quindi la scoperta di questa bella città.

Per prima cosa riscendiamo sulla Main Street e lungo il Providence River dove scopriamo belle case sia vittoriane sia in legno e una bella chiesa bianca: la The First Baptist Church in America. Risaliamo poi sulla collina per scoprire un’altra Università che fa parte della Ivy Leaugue: la Brown University. Prima di venire a Providence non la conoscevamo, ma anche in questo caso risulta essere molto bella e verde, proprio come ci si immagina i classici campus americani. E anche qui le inquietanti colonnine blu...

Finiamo la visita di questa bella città riprendendo la macchina e passando sotto il parlamento del Rhode Island, la Rhode Island State House (82 Smith St, Providence), bianca come il Campidoglio di Washington.

Lasciata Providence ripartiamo verso l’Oceano e la nostra tappa finale di oggi: Newport, dove arriviamo in poco meno di un’ora.

Iniziamo la scoperta di Newport dal celebre Cliff Walk: un sentiero lungo le magnifiche scogliere a picco sull’Oceano. Lasciamo la machina sulla Narragansett Avenue in un parcheggio a pagamento (4$ l’ora) e ci avventuriamo a piedi lungo questo bel sentiero. In più il sole splende di nuovo! Oltre alla magnifica vista sull’Oceano e le sue onde che si infrangono si ammirano le splendide mansions con i loro immensi parchi: in effetti si tratta di enormi ville per la villeggiatura fatte costruire dalle più importanti famiglie americane (come i Vanderbilt, per esempio). La passeggiata è piacevole e lo scenario impressionante.

Riprendiamo la macchina e andiamo a visitare un paio di queste maestose ville, infatti con un biglietto a 28$ si può scegliere di visitarne due. La nostra scelta cade su quelle che le guide giudicano essere le più belle (e imponenti): The Breakers (44 Ochre Point Ave, Newport) e la Marble House (596 Bellevue Ave, Newport), entrambe dotate di parcheggio visitatori gratuito. Le ville sono veramente imponenti e gli interni anche troppo sfarzosi (soprattutto quelli della Breakers), ma ne valeva la pena.

Riprendiamo la macchina e andiamo verso il Fort Adams Pt State Park (84 Fort Adams Dr, Newport) da dove si gode di une bella vista di Newport e del suo porto turistico.

Decidiamo quindi di andare in albergo a lasciare i bagagli e riposarci un po’. Questa notte la passeremo nella vicina Middletown al The Carriage House Inn: 88.18€ per la notte con wi-fi, parcheggio e colazione prenotato via Expedia. L’albergo è molto carino e caratteristico. La camera grande e pulita. E il personale molto gentile.

Riprendiamo la macchina per andare verso il porto di Newport e la sua parte più antica che risulta essere molto bella, malgrado stia cominciando a fare notte. Decidiamo quindi di cenare al Brick Alley Pub & Restaurant (140 Thames St, Newport), tipico pub della zona. Il locale è preso d’assalto, quindi aspettiamo un po’ prima di avere il tavolo. Ma l’attesa ne è valsa la pena: si mangia molto bene (soprattutto pesce ovviamente)!

4 ottobre

Oggi lasciamo il piccolo ma splendido Rhode Island per tornare nel Massachusetts dove finiremo il nostro viaggio.

La prima tappa della giornata sarà l’isola di Martha’s Vineyard. Per arrivarci dobbiamo prendere un traghetto. Arriviamo quindi a Woods Hole all’inizio della penisola di Cape Cod e lasciamo la macchina al parcheggio convenzionato con la società dei traghetti (286 Palmer Ave, Falmouth): 13$ per la giornata e navetta gratuita da e per il porto. La traversata la faremo con la The Steamship Authority e ci costa 8.50$ a persona a tragitto (45 minuti il tempo della traversata).

Arrivati a Martha’s Vineyard al porto di Vineyrd Haven decidiamo di spostarci sull’isola con i bus pubblici della VTA: 8$ a persona per il biglietto giornaliero. Il sistema dei bus è molto efficiente: si può girare l’isola tranquillamente cambiando autobus a certe fermate strategiche. In più spesso gli autisti via radio avvertono la coincidenza di aspettare perché hanno persone che devono prendere l’altro autobus.

Lasciata la gradevole Vineyard Haven la nostra prima tappa sarà Gay Head con l’Aquinnah Cliff: qui ci sono delle magnifiche scogliere con tutte le sfumature di marrone e un bel faro. Ripartiamo e  dopo aver attraversato tutta l’isola arriviamo a Edgartown. Qui mangiamo in un bel caffé, il Behind the Bookstore (46 Main St, Edgartown): il locale è gradevole, il cibo bio buono e il caffé anche. Edgartown è un bel paesino, con tutte le magnifiche case e le chiese in legno bianco. Per fortuna c’è il sole e quindi il vento forte non ci disturba più di tanto.

Ripartiamo da Edgartown per andare a Oak Bluffs. Quando arriviamo il cielo si copre e il vento è sempre più forte. Partiamo alla ricerca dell’attrazione più importante di questo bel paesino: le Gingerbread Houses (Trinity Park, Oak Bluffs). Si tratta di un quartiere intero di case in legno di tutti i colori che ricordano le case delle fiabe (ma sono case vere, non finte attrazioni turistiche). Molto belle e caratteristiche.

Sotto un cielo plumbeo riprendiamo l’autobus fino a Vineyard Haven, da qui il traghetto e la navetta fino al parcheggio. Oramai è tardo pomeriggio quindi ripartiamo verso Hyannis dove ci aspetta il nostro albergo per le prossime due notti, l’Americas Best Value Inn & Suites: 136.22€ per le due notti con il wi-fi, il parcheggio e la colazione inclusa prenotato via Expedia. La camera è essenziale ma pulita e con tutto quel che serve.

A cena andiamo a piedi verso il centro di Hyannis e la nostra scelta cade su un buon ristorante (di pesce ovviamente): il Fresh Ketch (462 Main St, Hyannis) dove mangiamo la miglior clam chowder del viaggio!

Per quel poco che vediamo di notte Hyannis sembra essere molto carina (tra l’altro qui c’è la magione dei Kennedy...).

5 ottobre

Dopo aver fatto colazione riprendiamo la macchina: la giornata di oggi sarà dedicata interamente all’esplorazione di Cape Cod.

Purtroppo il tempo non è dei migliori: coperto con grosse nuvole e un vento tremendo. La nostra prima tappa sarà Chatham e il suo bel faro. Capiamo purtroppo che anche qui vedere il mare non sarà cosa facile: strade private e case private che si affacciano sull’Oceano. Per fortuna dal faro si gode di una bella vista e di fronte su un grosso banco di sabbia scorgiamo anche una bella colonia di foche (o almeno così sembrano da lontano!).

Lasciata Chataham proseguiamo verso Nord e fortunatamente quando arriviamo al Cape Cod National Seashore le cose cambiano: in effetti si tratta di una grande riserva (voluta dai Kennedy), quindi si può arrivare in riva al mare! Certo, la giornata non è delle più spettacolari ma facciamo diverse soste: tra le altre la Coast Guard Beach, il meraviglioso faro di Nauset Beach, la Marconi Wireless Station (che è il posto dove sorgeva l’antenna che permise a Marconi di fare la prima trasmissione radio transoceanica) e lo stupendo Highland Light proprio prima di arrivare in punta a Provincetown.

Arrivati a Provincetown lasciamo la macchina al parcheggio del porto (10$ per la giornata) e andiamo a scambiare i nostri voucher con dei biglietti per la crociera d’avvistamento delle balene con la Dolphin Fleet Whale Watching: come già detto il costo è di 45$ a persona. Visto il tempo e il mare mosso ci chiedevamo se la crociera fosse confermata: confermata! Quindi appuntamento alle 13.00.

Ci fermiamo a mangiare un sandwich veloce al porto da The Coffee Pot (315 Commercial St, Provincetown) e poi partiamo alla scoperta di questo paesino aspettando le 13. E si rivela ancora una volta essere un paesino molto carino con le sue case in legno colorate e un’altissima torre: con il sole deve essere ancor più bello!

Arrivate le 13 ci mettiamo in fila per imbarcarci (la crociera è piena, abbiamo fatto bene a prenotare in anticipo) e mentre siamo in fila ci avvertono che visto il mare grosso al bar troviamo a disposizione gratuitamente delle pasticche contro il mal di mare...quindi seguiamo il loro consiglio e le prendiamo (non si sa mai!).

Appena partiti ancora nella baia con il mare relativamente calmo incrociamo la prima balena: sono sempre incontri emozionanti. Poi ripartiamo a largo. Il mare si fa decisamente più movimentato (sante pasticche...), riusciamo quindi a vedere un’altra balena in lontananza. Poi per le due ore che restano praticamente non vediamo più nulla. Una piccola delusione (in Canada ne avevamo viste molte di più!), ma capiamo che la giornata non aiuta.

Rientrati a Hyannis andiamo in cerca di un ristorante per la cena. Questa volta prendiamo la macchina e seguiamo il consiglio del receptionist, quindi in riva al porto ceniamo da Spanky's Clam Shack and Seaside Saloon (138 Ocean St, Hyannis). Il consiglio si rivela buono: ancora una volta mangiamo dell’ottimo pesce!

6 ottobre

Dopo la colazione ripartimo verso Boston, dove passeremo gli ultimi giorni della nostra vacanza in New England.

Prima di lasciare Hyannis, sotto un sole splendente andiamo verso il John F. Kennedy Memorial (480 Ocean St, Hyannis), situato in un bel parco con vista sulla baia. Il memoriale di questo importante presidente è abbastanza semplice: un bassorilievo rotondo del suo viso in un muro di mattoncini con davanti una fontana. In ogni caso colpisce e il luogo è splendido.

La nostra ultima tappa su Cape Cod è un paesino che si chiama Sandwich: come al solito le case in legno sono molto belle e in più si affaccia su un laghetto stretto e lungo dove sorge anche un vecchio mulino. Purtroppo il sole è stato coperto dalle nuvole, ma la sensazione di pace e bellezza resta immutata.

L’ultima tappa prima di Boston la facciamo a Plymouth, proprio a Sud della capitale del Massachusetts. Plymouth è un posto estremamente simbolico per gli statunitensi: qui infatti sbarcarono con il Mayflower l’11 novembre 1620 dopo circa due mesi di navigazione dall’Inghilterra i primi padri pellegrini. In pratica i moderni Stati Uniti sono nati qui. E qui infatti si trova la riproduzione dell’imbarcazione che li portò nel nuovo mondo: il Mayflower II. Qui si trovano tante testimonianze di quell’avventura: dalla Plymouth Rock al Mayflower House Museum, dalla riproduzione delle prime capanne a diverse statue. Tra queste ultime la più importante è quella del capo indiano che aiutò i padri pellegrini nell’installazione e nella coltivazione per non morire di fame o freddo (e si decise di fare una festa di ringraziamento per il primo raccolto: il thanksgiving!).

Lasciata Plymouth con il sole che torna a splendere decidiamo di andare direttamente in albergo per lasciare le valigie e in seguito riportare la macchina in aeroporto. L’albergo dove passeremo le ultime due notti è l’Holiday Inn Express Boston: 436.13€ con wi-fi e un’ottima colazione inclusi prenotato via Expedia. Il prezzo può sembrare enorme, ma al momento di cercare un hotel a Boston ci siamo resi conto che i prezzi erano proibitivi. La camera è abbastanza grande e pulitissima. Il personale è sempre stato gentilissimo, tanto che arrivando non pensavamo che la camera fosse ancora disponibile, e invece lo era! L’hotel non è centrale e dista circa 10-15 minuti a piedi dalla stazione della metro (Andrew, sulla linea rossa), ma hanno a disposizione delle navette gratuite da e per la stazione della metro. E in meno di 10 minuti con la metro si è in centro.

Ripartiamo verso l’aeroporto per lasciare la macchina, tanto qui a Boston non ci serve. Un po’ con il GPS, un po’ con le indicazioni dell’hotel ci arriviamo abbstanza velocemente, così come la riconsegna è velocissima.

Riprendiamo la metropolitana con la nostra Charlie Card (se volete un po’ d’informazioni sui trasporti pubblici a Boston la società che li gestisce è la MBTA) e arriviamo in centro. Qui per prima cosa cerchiamo un posto dove pranzare, alla fine optiamo per Cheeseboy (280 Washington St, Boston), dove mangiamo due buoni toast fatti al momento spendendo poco.

Dopodiché ci avviamo verso il Boston Common, da dove parte il celebre Freedom Trail: si tratta di un percorso contrassegnato da una linea rossa lungo il marciapiede che tocca tutti i monumenti più importanti di Boston legati alla lotta per la libertà. Lo facciamo quasi tutto ammirando questa bellissima città e i suoi fantastici monumenti: la Massachusetts State House, il giradino del Boston Common, la Park Street Church, il cimitero Granary Burying Ground, la King’s Chapel, il Boston's Old City Hall, l’Old South Meeting House, l’Old Sate House (queste ultime due spettacolarmente incastrate fra i grattacieli), la Faneuil Hall e il suo Marketplace, l’Union Oyster House, la Paul Revere House, la St. Stephen's Catholic Church, il Paul Revere Mall e la Old North Church.

Lasciato il Freedom Trail ci incamminiamo lungo il Waterfront con un bel sole e un bellissimo cielo blu. Il Waterfront permette ai pedoni di camminare lungo le sponde dell’Oceano e poter ammirrare begli edifici riconvertiti in lussuosi condomini o alberghi di lusso e i vari moli di questo bel porto turistico (e l’aeroporto di fronte!).

Stremati dalla lunga camminata prendiamo la metro a South Station e torniamo in hotel e decidiamo di andare a cena nel vicino centro commerciale dove scoviamo un altro Panera Bread (South Bay Center, 8 Allstate Rd, Dorchester), quindi anche stasera insalata per cena!

7 ottobre

Dopo un’ottima colazione partiamo alla volta di Cambridge dove passeremo tutta la mattinata. Cambridge è attaccata a Boston, dall’altra parte del fiume Charles ed è sede di due fra le Università più importanti e famose al mondo: Harvard e il Massachusetts Institute of Technology (MIT).

Cominciamo da Harvard che è la più lontana: anche qui ci troviamo immersi tra splendidi edifici in mattoncini rossi con bei prati verdi. L’Università (anche questa fa parte della prestigiosa Ivy Leaugue) è costruita su differenti campus, dove oltre ai locali dove si svolgono le lezioni si trovano anche  una splendida biblioteca, un museo ristrutturato da Renzo Piano, una chiesa e svariati alloggi per gli studenti. E le famigerate colonnine blu...

Lasciata Harvard facciamo un giro per Cambridge scoprendo una bella struttura colorata, il Sanders Theatre, il giardino del Cambridge Common e su Brattle Street le belle Episcopal Divinity School e Longfellow House Washington's Headquarters.

Riprendiamo la metro e arriviamo al prestigioso MIT. In questo caso gli edifici sono meno belli e più imponenti, ma il campus è disseminato di belle statue moderne. E soprattutto scopriamo una magnifica struttura moderna finita da qualche anno e progettata da Frank Ghery, un insieme di edifici colorati e tutti storti (che contraddistinguono sempre le sue strutture): si tratta di aule e alloggi per gli studenti. E anche qui le colonnine blu!

Decidiamo di tornare verso Boston lungo la sponda del suo fiume, il Charles River: la vista è bellissima (complice anche una stupenda giornata di sole) sullo skyline di Boston e su Beacon Hill che sarà la nostra prossima tappa.

Prima di affrontare Beacon Hill ci fermiamo a mangiare un pezzo di pizza da Felcaro Pizzeria (280 Cambridge St, Boston): come sempre buona pizza a un prezzo interessante. Poi affrontiamo la visita del quartiere simbolo di questa bella città: Beacon Hill. E’ un susseguirsi di bellissimi edifici tutti in mattoncini rossi che si inerpicano sulle stradine di questa collina (quasi sempre in pavé). Come non innamorarsi di questo quartiere? Impossibile! Ci fermiamo anche a prendere un caffé e un dolcetto di Halloween in uno Starbucks (97 Charles St, Boston).

Dopo Beacon Hill ci fermiamo a riposarci su una panchina nello splendido Boston Common e poi ripartiamo alla scoperta di un altro quartiere della città: il Back Bay. Attarversiamo quindi un altro bellissimo giardino, il Boston Pubblic Garden e poi passeggiamo lungo la Commonwealth Avenue e la Newbury Street, scopriamo la Boston Public Library con le due belle chiese che la attorniano (la Old South Church e la Trinity Episcopal Church) e poi arriviamo al Prudential Center (800 Boylston Street Boston) dove decidiamo di salire sulla Prudential Tower allo Skywalk Observatory: 18$ a persona e si gode di una vista strepitosa su tutta la città!

Prima di rientrare in albergo siccome è quasi ora di cena decidiamo di mangiare un ottimo hamburger nel vicino Shake Shack (234 Newbury St, Boston): l’avevamo già sperimentato a New York e se gli halmburger sono buoni, le loro patatine con salsa di formaggio sono strepitose!

Scesi alla nostra fermata della metro decidiamo di prendere ancora una volta degli ottimi Boston Kreme Donuts al Dunkin' Donuts (510 Southampton St, Boston) prprio all’uscita della metro: con tutto quello che abbiamo camminato ce lo meritiamo!

8 ottobre

Ultima giornata di questa meravigliosa vacanza nel New England. Siccome il volo di ritorno è alle 21 decidiamo di approfittare fino all’ultimo di Boston. Dopo l’ottima colazione in hotel, lasciamo i bagagli al deposito dell’albergo e ripartiamo verso il centro della città.

Il cielo non è più blu come i giorni precedenti ma un po’ velato. Scendiamo a South Station e rifacciamo un bel pezzo del Waterfront scoprendo il Boston Tea Party Museum e il bel Fan Pier Park da dove scopriamo un’altra vista strepitosa dello skyline di Boston.

Siccome la città l’avevamo già girata quasi tutta ripercorriamo anche un pezzo di Freedom Trail e per pranzo ci fermiamo da b.good (255 Washington St, Boston): un locale che offre solo cibo bio e a chilometro zero. Ancora una volta la nostra scelta cade sull’insalata e non ne siamo delusi!

Riprendiamo la nostra passeggiata per il centro di Boston, e dopo aver fatto tappa da Macy’s (450 Washington St, Boston), ci fermiamo a prendere un buon espresso e un ottimo dolce da Caffé Nero (560 Washington St, Boston).

Gli ultimi istanti in questa meravigliosa città li passiamo seduti su una panchina sotto gli alberi dai caldi colori dell’autunno al Boston Common, dove nel gazebo centrale un gruppo di ragazzi suona e canta belle canzoni: come ultimo ricordo è perfetto!

Riprendiamo la metro, arriviamo in hotel e con la navetta messa a disposizione dall’albergo arriviamo in aeroporto in meno di un quarto d’ora (a proposito la navetta costerebbe 5$ a persona, ma alla reception decidono di offrircela!).

Il volo di ritorno con Aer Lingus è tranquillo, così come lo scalo a Dublino (dove ne approfittiamo anche per comprarci una scatola di ottimi cioccolatini da Butlers). Poi via di nuovo verso Parigi.

Così si conclude questo meraviglioso viaggio in questa zona degli USA che ancora non conoscevamo: come sempre splendidi paesaggi, meravigliosi paesi e città e gente gentilissima. E un’ottima cucina. Non ripeteremo mai di lasciare a casa lo stereotipo che negli USA si mangiano solo hamburger e schifezze (junk food): sicuramente c’è anche quella realtà ma cercando si trovano buoni ristoranti che non hanno nulla da invidiarci!

Forse non abbiamo trovato quell’esplosione di colori che speravamo e che avevavmo trovato in Canada (ma la signora del Connecticut incontrata alle White Mountains ci ha detto che quest’estate è stato troppo caldo e secco per quest’esplosione, e noi vogliamo crederle!), ma come sempre la voglia di ripartire e tornare da queste parti ci assale non appena rimettiamo piede in casa dove per fortuna c’è Misha che ci aspetta con le sue fusa...

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