US National Parks: Arizona-Colorado-Utah - Settembre 2015

26.10.2015 16:21

Erano anni che sognavamo di tornare negli USA per continuare a visitare i suoi meravigliosi Parchi Nazionali. La prima volta è stato a settembre 2010 (se vi interessa trovate qui il resoconto del nostro precedente viaggio). L’occasione si è presentata quest’anno e abbiamo deciso di partire nuovamente a settembre.

Abbiamo condiviso questa meravigliosa esperienza con un’altra coppia di amici. E in più di avere un po’ di compagnia è stato anche utile perché abbiamo diviso alcune spese (soprattutto la macchina e la benzina).

Ma andiamo per ordine e cominciamo dalla lunga preparazione di questo bel viaggio (organizzato interamente da noi: oramai sta diventando una piacevole consuetudine!).

Per prima cosa abbiamo dovuto trovare un accordo per le date e soprattutto riuscire ad avere tutti e quattro le vacanze firmate per il periodo che ci interessava: dal 18 settembre al 4 ottobre. Una volta avuto l’accordo per le vacanze è cominciata la caccia agli aerei.

Idealmente il nostro percorso doveva iniziare e finire a Phoenix in Arizona. Noi partiamo da Parigi dove abitiamo tutti e quattro. Prima cosa da sapere: dall’Europa gli unici voli diretti per Phoenix sono assicurati da British Airways da Londra, altrimenti dovrete fare scalo in qualche altra città degli USA. Quando abbiamo cominciato a cercare i voli abbiamo avuto una brutta sorpresa: i prezzi! Non trovavamo nulla sotto i 2200€ a coppia. Poi improvvisamente a fine marzo i prezzi sono scesi. Abbiamo quindi deciso di prenotare con British Airways facendo scalo a Londra: il prezzo per coppia è stato di 1421.18€ (quindi circa 710€ a persona). Ci è costato circa 20€ in più rispetto ad altre compagnie, ma abbiamo preferito fare scalo in Europa e fare la lunga dogana negli USA arrivando a Phoenix senza l’ansia di dover prendere un aereo in corrispondenza.

Gooseneck Park

Il percorso prevedeva un Parco al giorno con spostamento quotidiano e notte in struttura diversa a ogni tappa (tranne una che è al centro di due Parchi). Quindi una volta prenotato l’aereo abbiamo cominciato la caccia alle strutture dove dormire. E anche in questo caso abbiamo avuto una brutta sorpresa: settembre-ottobre è l’alta stagione per i Parchi Nazionali! Quindi molte strutture erano già piene e quello che restava era caro, anche allontanandosi un po’ dai Parchi e accontentandosi dei motel! Alla fine tutte le prenotazioni le abbiamo fatte su Expedia tranne una su Airbnb, perché anche qui i prezzi erano proibitivi! Come sempre per gli States vi suggeriamo Expedia che fa pagare in Euro con i prezzi già inclusi delle tasse (altri siti come Booking fanno pagare in Dollari e spesso il prezzo iniziale non comprende le tasse).

Prima di partire abbiamo anche prenotato la macchina. Siccome eravamo in quattro e andavamo nei Parchi con alta possibilità di prendere strade sterrate abbiamo deciso di prenotare un grosso SUV. Dopo varie ricerche la nostra scelta è caduta su Sixt: per un SUV stile BMW X1 per 15 giorni abbiamo pagato 545.38€, tutto incluso (assicurazioni e kilometraggio illimitato). Sul posto abbiamo aggiunto 138$ per avere anche l’assicurazione in caso di bisogno di carro attrezzi.

Ultima cosa che abbiamo prenotato prima di partire sono state due escursioni/visite: l’escursione nello splendido Antelope Canyon vicino Page per 40$ a persona e il  Taliesin West, splendida opera architettonica di Frank Lloyd Wright vicino Scottsdale per 34$ a persona.

Come sempre prima di partire per gli Stati Uniti vi raccomandiamo di controllare che il vostro passaporto non sia scaduto (e che non scada entro 6 mesi dalla partenza del viaggio), che sia biometrico e soprattutto di fare l’ESTA: una sorta di visto elettronico a pagamento (14$) valido 2 anni almeno 72 ore prima del decollo.

Ricordatevi che al momento del check-in e dell’imbarco vi chiederanno il passaporto e quando arriverete a destinazione attraversare la frontiera richiederà un po’ di pazienza (come ovunque negli Stati Uniti): infatti vi dovrete mettere in fila con tutti gli altri passeggeri nella parte riservata ai cittadini non statunitensi. Quando sarà il vostro momento vi prenderanno le impronte digitali delle 10 dita delle mani con uno scanner e la vostra fotografia. Controlleranno i documenti, vi chiederanno dove alloggiate e possono chiedervi l’ESTA e di mostrare il biglietto di ritorno. Una volta fatto tutto ciò vi metteranno un timbro sul passaporto. E non è finita perché una volta recuperati i bagagli dovrete mettervi in fila per mostrare un formulario che avrete riempito in precedenza sull’aereo in cui assicurate che non portate cibi freschi, semi, droga e così via. Sappiate che se vogliono potranno chiedervi di aprire le vostre valigie per un’ispezione!

Cerise

Per quanto riguarda le guide, come sempre siamo partiti con le tre che preferiamo: la Routard sui Parchi Nazionali, la Guida Verde Michelin sempre sui Parchi Nazionali e la Lonely Planet sull’Ovest americano. Come sempre la Routard è eccellente per i ristoranti e le curiosità, la Guida Verde per le spiegazioni e la Lonely un buon compromesso fra le due. Difficilmente oramai partiamo in viaggio con solo una delle tre!

Parliamo del clima. Noi abbiamo avuto molto caldo praticamente ovunque: fra i 35 e i 40 gradi (per fortuna secchi e quindi più sopportabili)! Vi consigliamo di portare con voi delle borse frigorifere con delle siberine (spesso nelle camere d’albergo ci sono i frigoriferi) per tentare di mantenere il più possibile l’acqua fresca e più bevibile (ma alla fine bevevamo anche acqua calda!). E non dimenticate la crema solare e il cappello! Una volta rientrati praticamente tutti i Parchi che abbiamo visitato sono stati investiti da temporali, pioggie e quelle che loro chiamano flash floods (inondazioni impovvise), quindi preparatevi un po’ a tutto. In fondo malgrado il caldo torrido abbiamo avuto fortuna! E ricordatevi che salvo Phoenix sarete sempre in altura, tra i 1300 metri di Sedona agli oltre 2500 di Bryce, quindi la sera o la mattina anche d’estate rischiate di avere freddo: portatevi dunque  anche dei maglioncini e dei k-way.

Purtroppo ultimamente il cambio con il dollaro non è più così favorevole, noi vi consigliamo comunque di cambiare i soldi prima di partire: cercando troverete degli uffici cambio con tassi interessanti e commissioni basse o inesistenti. Ricordatevi che sul posto a ogni operazione fatta con la carta di credito (ritiro al bancomat o pagamento) la banca aggiungerà le commissioni. Noi siamo partiti con 1500$ cash e sul posto abbiamo pagato 2 alberghi con la carta (gli altri erano già pagati) e ritirato altri 100$.

Ma veniamo al racconto del nostro viaggio. Qui di seguito troverete le nostre tappe con gli alberghi (e i costi), i ristoranti e le cose che abbiamo visto e a noi sono piaciute di più (anche se è difficile fare una scelta, tutto è magnifico!).

18 settembre

Partenza da Parigi Charles de Gaulle con British Airways. Dopo poco più di un’ora arrivo a Londra Heathrow. Passaggio della dogana e anche se siamo scesi da un aereo passaggio nuovamente ai controlli di sicurezza! Per fortuna avevamo uno scalo di circa 4 ore... Dopo altre 10 ore di volo con British Airways (e l’emozione insapettata di sorvolare il Grand Canyon!) arriviamo a Phoenix verso le 17.30. Già sull’aereo fanno uno strano annuncio sui bagagli. Poi in fila per la dogana (quasi 2 ore!) un’addetta di British Airways chiedeva a tutti se arrivavamo da Londra: se eravamo sulla sua lista i bagagli non erano partiti... Panico! Alla fine per fortuna i nostri bagagli sono arrivati tutti (ne hanno “scordati” circa 200 a Londra!).

Dopo aver passato la dogana e recuperato i bagagli abbiamo preso la navetta gratuita per andare a prendere la macchina. Operazione veloce e con sorpresa: la macchina che dovevamo affittare è rientrata incidentata quindi ci hanno fatto l’upgrade per un’enorme Toyota Sequoia! Il nome la dice tutta: immensa, ma comoda per noi quattro e i nostri bagagli.

Direzione Mesa per la prima notte (avevamo il GPS con noi, senza averlo dovuto affittare): pernottamento al Mesa Mezona Inn per 53.91€ a camera con wi-fi, colazione e parcheggio inclusi. Albergo carino, colazione con buona scelta, wi-fi debole. Peccato che fuori la nostra camera ci fosse la macchina per il ghiaccio che faceva un rumore infernale!

Grand Canyon Aereo

19 settembre

Inizio del viaggio on the road! La prima tappa a dire il vero non è stato un Parco ma una bella cittadina a metà strada tra Phoenix e il Grand Canyon: Prescott (161 km). Qui abbiamo dormito al Motel 6 per 56.85€ a camera con parcheggio: personale gentile, albergo centrale ma un po’ vecchiotto. Il wi-fi è a pagamento: ci sono due tariffe, la più bassa non funziona molto bene...

Stranamente solo la Lonely Planet citava Prescott: a noi è piaciuta, una vera cittadina in stile west con ancora tanti saloon! Però neanche la Lonely citava la cosa più bella: il Watson Lake subito fuori (2$ al giorno il parcheggio). Un bel laghetto azzurro attorniato da belle rocce rossastre. Non capiamo veramente perché le guide non ne parlino!

A Prescott abbiamo pranzato al Devil’s Pantry (126 S Montezuma St), una sorta di fast-food ma con piatti tipici americani cotti al momento. Buono e porzioni abbondanti. Per cena abbiamo comprato degli affettati, del formaggio, della frutta e dei dolci al supermercato e abbiamo cenato in camera.

Watson Lake

20 settembre

Lasciata la bella Prescott siamo partiti verso il primo Parco Nazionale (205 km). E che Parco: il Grand Canyon! All’entrata del Parco abbiamo comprato il Pass annuale dei Parchi Nazionali USA: America the Beautiful. Costa 80$ e se fate 3 o 4 Parchi conviene sicuramente. Vale un anno per l’entrata in tutti i Parchi per una macchina con 4 persone. Per esempio l’ingresso al Grand Canyon costerebbe 30$...

Cosa dire del Grand Canyon? Noi l’avevamo già visto 5 anni fa e anche questa volta è stata un’emozione intensa. Nessuna foto può rendere giustizia alla maestosità di questo luogo! Lasciate la macchina al villaggio centrale e muovetevi con le navette gratuite interne: potrete raggiungere tutti gli overlook (punti panoramici) più importanti e al limite spostarvi a piedi per brevi percorsi.

La sera abbiamo dormito al Grand Canyon Inn & Motel a metà strada tra il Parco e Williams. Per la notte con wi-fi e parcheggio abbiamo pagato 107.71€ a camera. Eravamo nella parte motel, dall’altra parte della strada, scomodo per raggiungere il ristorante. Wi-fi debole. Abbiamo cenato nel ristorante dell’hotel: buono, ma un po’ caro (non hanno concorrenza) e un po’ lenti...

Grand Canyon

21 settembre

Ripartiamo in direzione Page (175 km) attraversando l’ultima parte del Grand Canyon ammirandolo per l’ultima volta. Subito prima di Page ci fermiamo all’Horseshoe Bend: un’ansa perfetta a forma di ferro di cavallo formata dal Colorado. Il parcheggio è gratuito e l’accesso anche. Si deve scalare una piccola collina e in circa 10 minuti si arriva alla splendida vista.

A Page abbiamo dormito al Motel 6 spendendo 125.06€ a camera con wi-fi e parcheggio: Page risulterà essere la nostra tappa più cara. L’albergo è nuovo, le camere pulite, il wi-fi non al top, ma il personale è a dir poco scorbutico: mai un sorriso e poco disposto a dare informazioni (strano perché in genere negli USA le persone sono l’esatto opposto!).

Aspettando la visita dello splendido Antelope Canyon abbiamo comprato dei panini e siamo andati a mangiare in riva al meraviglioso Lake Powell (incluso nel Pass, altrimenti 20$ a macchina). Peccato che questa giornata risulterà essere la sola con il cielo grigio senza sole e lo spettacolo delle rocce rosse che si gettano nel blu del lago risulta meno impressionante di 5 anni fa... Ma comunque resta bellissimo (malgrado anche la siccità ne abbia abbassato notevolmente il livello).

Il pomeriggio avevavmo prenotato la visita nello splendido Antelope Canyon alle 15.30. Appuntamento all’agenzia alle 15 e poi su degli enormi SUV raggiungiamo questo meraviglioso slot canyon: un canyon stretto (in certi punti ci passa una persona alla volta) modellato dalle violente inondazioni che seguono le forti pioggie. Una meraviglia della natura con un susseguirsi di colori e onde. E una spiegazione eccellente fatta da un Nativo Americano. Sicuramente da non perdere se passate da queste parti.

La sera abbiamo mangiato un’ottima pizza (stile americano, non cercate una pizza italiana...) alla pizzeria Canyon King Pizzeria (663 S Lake Powell Blvd). Simpatico locale a forma di nave non troppo lontano dall’albergo.

Antelope Canyon

22 settembre

Direzione Parco Nazionale di Zion (168 km). Quindi lasciamo l’Arizona per entrare nello Utah.  Anche l’ingresso di questo Parco è incluso nel Pass (altrimenti 25$ a macchina). Entrando dalla parte est si attraversa tutta una parte del Parco spettacolare: rocce rosse e bianche che si alternano lungo una bellissima strada (rossa anch’essa per integrarsi meglio nel paesaggio). Uno spettacolo. Lasciamo la macchina al Visitor Center e prendiamo la navetta gratuita che ci porta nel Canyon di Zion formato dal Virgin River. Da qui faremo alcune belle passeggiate: le Emerald Pools, il Riverside Walk e la Weeping Rock. Questi sentieri sono motlo belli, facili e immersi in un’ambiente alpino. La parte più spettacolare resta comunque quella fatta in macchina per attraversare il Parco.

La sera abbiamo soggiornato nell’unica struttura prenotata con Airbnb a La Verkin, località non vicinissima al Parco, ma più vicino non c’era nulla di abbordabile. Abbiamo pagato 84€ a camera con wi-fi (ottimo). La mattina avevavmo a disposizione anche una caffettiera per la colazione. La casa è bellissima (con una vista spettacolare) e la padrona adorabile. Ma noi personalmente continuiamo a preferire gli hotel: ci sembra stranissimo dormire in casa di e con persone sconosciute... Cena al ristorante Stagecoach Grille (57-, 149 N State St) a La Verkin, locale nuovo, buona cucina ma un po’ caro.

Zion

23 settembre

Ripartiamo da La Verkin direzione Bryce Canyon (116 km). Teoricamente dobbiamo riattraversare Zion, solo che arrivati all’entrata ovest c’è una lunga fila e poi scopriamo che un grosso masso nella notte è caduto sulla strada che quindi è interrotta (lo resterà per una settimana! Abbiamo avuto fortuna il giorno prima...). Quindi facciamo marcia indietro e con il GPS troviamo un’altra strada, mettondoci alla fine circa 30 minuti in più del previsto.

Subito prima di Bryce attraverserete il bellissimo Red Canyon: un trionfo di rosso come indica il suo nome. Non potrete non fermarvi qualche minuto per fare delle fotografie!

Entrati a Bryce (incluso nel Pass, altrimenti 30$ a macchina) resterete senza parole! Un trionfo di pinnacoli che degradano dal rosso al bianco con tutte le sfumature possibili. Anfiteatri interi di queste particolarissime conformazioni che i Nativi chiamano hoodos. La leggenda vuole che siano una tribù che non ha rispettato i voleri degli dei, che quindi per punirli li hanno trasformati in roccia. Ed effettivamente sembrano una marea di persone! Purtoppo nel pomeriggio la splendida giornata di sole si guasta, con nuvoloni neri che passano e ogni tanto cadono 4 gocce di pioggia (niente di trascendentale e sarà l’unica pioggia del nostro viaggio!), ma il panorama resta comunque impareggiabile!

Notte a Tropic, non lontano dal Parco al Bryce Pioneer Village, dove con 90.20€ a camera abbiamo avuto il wi-fi gratuito (buono), la colazione (con buona scelta) e il parcheggio. Camere non enormi ma con tutto quello che serve. Cena al Clarke's Restaurant (141 N Main St), ristorante che offre piatti tipici americani nella norma.

Bryce Canyon

24 settembre

Lasciata Tropic prendiamo la Scenic Highway 12 in direzione Capitol Reef (180 km). La strada è veramente scenografica: la prima parte alterna ancora una volta bellissime formazioni rocciose di tutti i colori, la seconda parte attraversa le montagne con splendidi colori autunnali e arrivando a Capitol Reef è il trionfo del rosso!

Anche l’ingresso a Capitol Reef è incluso nel Pass (altrimenti 10$ a macchina). Nel Parco non ci sono punti di ristoro. L’unico negozio è subito dopo il Visitor Center ed è il Gifford Homes Tead: qui troverete delle eccellenti pie alla frutta, altri dolcetti e pane che alla fine è stato il nostro pranzo. Il Parco è bellissimo e anche in questo caso non capiamo perché le guide lo giudichino meno bene degli altri Parchi. Una vera rivelazione. Di un rosso intenso (in più la giornata è bellissima e il cielo di un blu quasi indaco). C’è una Scenic Drive che vi porterà ai punti di vista più importanti e belli. In due casi si farà anche dei tratti di strada sterrati. Ma i panorami sono eccezionali. Abbiamo anche fatto due parti a piedi sotto un sole impietoso, ma ne valeva la pena: il Grand Wash e il Pioneer Register.

La notte l’abbiamo passata a Torrey al Capitol Reef Inn & Café, piccolo motel a gestione familiare. Abbiamo pagato 61.50€ a camera con wi-fi (buono) e parcheggio. Le camere sono spaziose e se pensate che hanno costruito tutto i proprietari non c’è che da complimentarsi. Ma la cosa migliore resta il loro ristorante: anche in questo caso a gestione familiare. Piatti tipici ottimi e abbondanti. Non lasciatevelo sfuggire! Noi ci abbiamo cenato e ci abbiamo fatto colazione: ce lo ricorderemo a lungo (solo un po’ lenti a servire la colazione).

Capitol Reef

25 settembre

Dopo aver lasciato Torrey abbiamo preso la Scenic Highway 24 in direzione Moab (256 km), una delle tappe più lunghe. Ma Moab sarà l’unica tappa di questo viaggio dove passeremo due notti. La strada è scenografica, ma forse un po’ meno della 12 (o forse cominciamo ad abituarci e a essere più esigenti!):  in ogni caso i bei panorami sfilano attorno a noi.

Subito prima di Moab giriamo a destra in direzione Canyonlands. Ma prima di entrare in questo Parco vi consigiamo assolutamente di fermarvi al Dead Horse Point (10$, questa volta non incluso nel Pass): si gode di una vista mozzafiato sulla valle sottostante. Ancora una volta rocce di un rosso intenso e nella valle dei bacini per recuperare il sale di un blu e un bianco che contrastano magnificamente con le rocce. E da queste parti hanno girato il finale di Thelma & Louise!

Ripartiamo ed entriamo a Canyonlands (incluso nel Pass, altrimenti 25$ a macchina). Ci fermiamo al Visitor Center (unica struttura nel parco) e mangiamo qualcosa che avevamo preso in precedenza. E poi partiamo alla scoperta di questo Parco. Che dire? Ancora una volta spettacolare. Vi consigliamo di fare la Scenic Drive Island in the Sky: vi farà attraversare tutti i punti panoramici più belli. Noi vi suggeriamo di arrivare fino alla fine al Grand View Point e da lì fare una passeggiata tutta in piano con viste eccezionali. E non perdetevi il Green River Overlook e il Mesa Arch.

Le due notti le abbiamo passate all’Accommodation Unlimited Cedar Breaks 4, un bell’appartamento con salone, due camere da letto, cucina e purtroppo un solo bagno. Il tutto per 464.16€ per due notti da dividere in quattro (con il wi-fi incluso). Molto pulito e pratico, infatti la prima sera abbiamo cenato in casa e in più ne abbiamo approfittato anche per fare una lavatrice.

Canyonlands

26 settembre

Oggi giornata interamente dedicata al Parco di Arches. L’ingresso è pochi chilometri prima di Moab. Anche questo è incluso nel Pass (altrimenti 25$ a macchina).

Passato il Visitor Center si sale rapidamente in macchina lungo un costone di pietra (rossa ovviamente). Arrivati in cima si apre un vasto altopiano dove si incontrano i celebri archi scavati dal vento. Avevamo letto ovunque che in questo Parco le temperature salgono a estremi impressionanti. Per questo speravamo di avere una giornata non di sole pieno ma un po’ velata: e così è stato!

Proprio per evitare il caldo torrido abbiamo deciso di affronatre la prima passeggiata (e la più dura) subito: la salita al sublime Delicate Arch. Quest’arco è il simbolo del Parco e dello Utah: veramente bello. Non lasciatevi ingannare: sulle guide c’è scritto che la salita  è sconsigliata a chi soffre di vertigini, ma non è vero!

E poi abbiamo fatto altre passeggiate: fino al Landscape Arch (così fino che sembra cadere da un momento all’altro), le splendide Windows e il bellissimo Double Arch. E poi l’impressionante Balanced Rock: anche in questo caso sembra dover cadere da un momento all’altro!

Un’ultima cosa: non vi aspettate di vedere troppi archi, dalla strada paraticamente non se ne vedono e bisogna sempre fare delle passeggiate per poterne ammirare. Ma ne vale la pena!

La sera abbiamo cenato a Moab al Zax Restaurant & Watering Hole (96 S Main St): un ristorante/pizzeria dove mangerete a buffet zuppe, insalate e pizze. Pizze buone (ma quella di Page era migliore), ma le cose migliori erano le zuppe.

Arches

27 settembre

Oggi lasciamo lo Utah per andare in Colorado, precisamente al Parco di Mesa Verde (208 km). Il Parco questa volta è diverso: non sono tanto i panorami a rendere famoso questo Parco quanto le rovine di villagi dei Nativi di quasi 800 anni fa. Non si sa come mai siano state abbandonate all’improvviso, ma sono belle testimonianze del passato. L’ingresso del Parco è ancora una volta incluso nel Pass (10$ a macchina senza Pass).

Noi vi consigliamo di visitare la Spruce Tree House, che si visita liberamente e ci si arriva in poco tempo dal museo. La più bella e famosa, il Cliff Palace, purtroppo non si poteva visitare in quanto chiusa per restauro; per fortuna si poteva comunque ammirare dall’alto. Abbiamo preso la visita guidata alla Balcony House (4$ a persona): in questo caso ve la sconsigliamo se soffrite di vertigini. Purtroppo il biglietto si fa al Visitor Center e precisano che non si può scambiare e non è rimborsabile, poi all’inizio della visita la guida per 10 minuti ti informa del fatto che si faranno scale a strapiombo e si dovrà attraversare cunicoli accucciati... Per finire vi consigliamo anche di vedere dall’alto la Tower House (lungo il Mesa Top Loop).

Abbiamo dormito a Cortez (la cittadina vicina al Parco) al Travelodge: tipico motel americano. Abbiamo pagato 54.30€ a camera con wi-fi, colazione e parcheggio. La camera era ampia e con tutte le comodità. Purtroppo avevano un problema col wi-fi delle camere, quindi abbiamo usufruito di quello della lobby. Buona la colazione.

La sera abbiamo cenato a La Casita (332 E Main St): buon cibo messicano, servito con simpatia in una bella terrazza esterna.

Mesa Verde

28 settembre

Lasciamo il Colorado per tornare in Arizona (anche se poi dormiremo nello Utah...) per arrivare alla suggestiva Monument Valley (211 km).

Ma prima di arrivare ci togliamo uno sfizio: ci fermiamo nel “mitico” Four Corners! In pratica è il luogo dove 4 Stati si toccano: Arizona, Colorado, New Mexico e Utah (e in più è sacro per i Nativi). Quindi noi che siamo quattro ci siamo divertiti a metterci contemporaneamente nei 4 Stati diversi! L’ingresso è di 5$ a persona (non incluso nel Pass).

Arriviamo nella stupenda Monument Valley, l’ingresso è di 20$ a macchina (non incluso nel Pass), ma ne valgono sicuramente la pena! Sembra veramente di essere in un film western di John Ford. Ci aspettiamo di veder spuntare John Wayne a cavallo da un momento all’altro. Dopo aver mangiato qualcosa e aver fatto delle stupende foto dal Visitor Center da dove si ammira tutta la valle ci avviamo con la macchina verso la famosa Scenic Drive. Sappiate che potrete farla tutta in macchina, ma è sterrata e che potete fermarvi solo in alcuni posti stabiliti per poter fare le foto. Ma è a dir poco stupenda. E i panorami meravigliosi.

Lasciata la Monument Valley andiamo verso Bluff dove passeremo la notte, ma prima ci fermiamo a fare qualche foto al Mexican Hat che è di strada e facendo una piccola deviazione andiamo a vedere il suggestivo Gooseneck State Park (ingresso di 5$ a macchina non incluso nel Pass): quest’ultimo è veramente bello e merita la sosta.

A Bluff (tra l’altro uno dei paesi più carini dove abbiamo soggiornato) dormiamo al Kokopelli Inn, gradevole motel con tutti i comfort e personale sorridente. Paghiamo 95.90€ a camera con buon wi-fi, ottima colazione e parcheggio inclusi.

La sera ceniamo al Twin Rocks Cafe and Gift Shop (913 E. Navajo Twins Dr), proprio sotto due rocce particolari che sono la particolarità di questo paese. Abbiamo mangiato molto bene, cucina tipica senza spendere una fortuna.

Monument Valley

29 settembre

Rientrati in Arizona partiamo alla volta del Canyon de Chelly (149 km). L’ingresso al Canyon è gratuito.

Il Canyon in effetti si divide in due parti:  il south rim che si affaccia veramente sul Canyon de Chelly e il north rim che si affaccia sul Canyon del Muerto. Noi decidiamo di cominciare con il primo. Anche in questo caso ci si può fermare solo negli appositi punti panoramici. Il Canyon è bellissimo: le “solite” rocce rosse questa volta finiscono in una bellissima vallata verde. Noi siamo scesi a piedi lungo il sentiero che porta alla Whitehouse (l’unico che si può fare senza guida): bello ma faticoso, soprattutto al ritorno che si sale sotto il sole. Da non perdere l’ultimo punto panoramico sulla splendida Spider Rock.

Il north rim è un po’ meno spettacolare, ma noi vi consigliamo di fermarvi almeno all’Antelope House Overlook da cui godrete di un bellissimo panorama.

La sera abbiamo dormito a Chinle all’Holiday Inn proprio all’ingresso del Canyon, sicuramente il miglior albergo di tutto il nostro circuito. Per la notte, wi-fi (buono) e il parcheggio abbiamo speso 109.22€ a camera. Belle camere spaziose, pulite e silenziose. La sera abbiamo cenato al ristorante dell’albergo, mangiando bene. Sconsigliamo vivamente di avventurarvi a piedi a Chinle perché veramente triste.

Canyon de Chelly

30 settembre

Oggi si continua il viaggio verso il Parco della Petrified Forest (160 km). L’ingresso è compreso nel Pass anche questa volta (20$ a macchina senza Pass).

Il Parco si divide in due parti: il Painted desert e la vera Petrified Forest. Siamo entrati da nord e quindi per prima cosa abbiamo ammirato lo splendido Painted Desert, che porta a ragione il suo nome: una distesa di dune degradanti di colori che vanno dal rosso al giallo, dal viola al bianco. Bellissimo.

Dopo aver incrociato la mitica Route 66 (con foto d’obbligo) siamo arrivati nella vera Petrified Forest. Impressionante vedere tutti questi tronchi d’albero che si sono trasformati in pietre. Sembrerebbe che sia successo un po’ come a Pompei: un’eruzione vulcanica ha depositato uno strato di cenere su questa foresta che col tempo si è pietrificata. Da non perdere il sentiero che scende al Blue Mesa: un trionfo di dune di tutti i colori con tantissimi alberi pietrificati. Se volete vederne tanti nello stesso luogo fermatevi e fate il sentiero della Chrystal Forest.

Questo era l’ultimo Parco che abbiamo visitato. La sera abbiamo dormito ad Holbrook (sulla Route 66) al Motel 6, pagando 46.43€ a camera per la notte, il wi-fi (abbastanza buono) e il parcheggio. La camera era carina, ma sopra la reception che aveva l’aria condizionata molto rumorosa (che andava tutta la notte...).

La sera abbiamo cenato al Joe & Aggie's Cafe (120 W Hopi Dr), tipico diner sulla Route 66. Piatti tipici della cucina tex-mex spendendo non molto immersi in un decoro al 100% Route 66.

Petrified Forest

1 ottobre

Lasciata Holbrook e attraversata Flagstaff siamo arrivati a Sedona (221 km) lungo la Scenic Highway 89, bellissima località attorniata da magnifiche rocce rosse.

Sedona è nota per essere il ritrovo della cultura new age dove sembrerebbe converga molta forza positiva. È altrettanto conosciuta per le sue gallerie d’arte moderna e contemporanea.

Quello che però più ci interessava erano gli splendidi panorami che offre. Da non perdere: il Red Rock Sate Park (5$ a persona non inclusi nel Pass) e tutti i punti panoramici (questa volta inclusi nel Pass). Tra questi ultimi: Boyton Canyon, l’aeroporto (al tramonto), Oak Creek e Bell Rock (tutti a 5$ senza il Pass).

Qui abbiamo dormito al Whitehouse Inn, non centralissimo ma comodo con ampie camere. Abbiamo pagato 80.05€ a camera con wi-fi (buono) e parcheggio.

La sera abbiamo cenato al Red Planet Diner (1655 AZ-89A), che ci ha colpito più per il decoro che per il cibo (buono): tutto qui ricorda lo spazio, gli extraterrestri, gli UFO e così via. Persino i piatti sul menù hanno il nome che ricorda tutto ciò!

Sedona

2 ottobre

Siamo quasi alla fine del nostro viaggio: oggi si torna a Phoenix, per la precisione a Scottsdale (186 km).

Per l’ultima notte abbiamo dormito al Motel 6, pagando 66.78€ a camera con il parcheggio incluso. Wi-fi a pagamento (prendendo la tariffa più cara funzionava bene, ma un apparecchio alla volta!).

Scottsdale risulta essere una cittadina molto carina e borghese (ma il caldo era veramente eccessivo!). Carino il canale che attraversa la città e simpatica la Old Scottsdale dove hanno tentato di ricostruire la città come era in origine.

Il pomeriggio avevamo prenotato la visita al Taliesin West, di Frank Lloyd Wright. La visita è stata molto interessante. La nostra guida era un signore di una certa età molto appassionato e che ci ha spiegato molto bene le cose. La casa, pur se costruita negli anni 50, risulta essere ancora molto bella e attuale.

A Scottsdale abbiamo mangiato un ottimo panino per pranzo da Capriotti's Sandwich Shop (4017 North Scottsdale Rd) nella Old City e la sera abbiamo cenato con una buona insalata da Original ChopShop Co. (7158 E 5th Ave). Da consigliare entrambi!

Taliesin West

3 ottobre

E così siamo arrivati all’ultimo giorno di questo nostro meraviglioso viaggio. Colazione vicino all’hotel all’ottima Original Pancakes House (6840 East Camelback Rd). Il trionfo dei pancakes in tutti i gusti!

Il nostro aereo per Londra decollava la sera alle 19.30, quindi avendo tutta la giornata davanti abbiamo deciso di passarla nel bel museo degli strumenti musicali di Phoenix (in più con l’aria condizionata, visto il caldo...): il MIM - Musical Instrument Museum (4725 East Mayo Bd), 20$ a persona. Veramente impressionante e enorme. Un giorno non basta. Vi daranno una cuffia e avvicinandovi agli strumenti sentirete la musica! Abbiamo pranzato nella caffeteria del museo, senza infamia e senza lode.

Ripresa la macchina siamo arrivati in aeroporto, dove dopo circa 3800 kilometri l’abbiamo lasciata alla Sixt.

Fatto il check-in abbiamo aspettato l’imbarco e poi 10 ore di volo fino a Londra. 1 ora e 40 minuti di transito (con corsa per passare la frontiera e i controlli di sicurezza!). E poi un’ora di volo fino a Parigi (e bagagli arrivati con noi!) per poi rientrare a casa.

Per terminare questo nostro lungo racconto facciamo una piccola incursione nella cucina: da queste parti la cucina che va di più è quella tex-mex (o solo messicana). Quindi soprattutto piccante, e poi i vari burritos, tacos, enchiladas e così via. Molto presenti anche le grigliate, soprattutto di maiale. E le zuppe e le insalate non mancano mai. E la pizza, ma quella americana che è buona ugualmente, ma diversa da quella italiana! Per i dolci (se riuscite ad arrivarci dopo le mega porzioni) vi consigliamo le pie (di frutta) e i cheesecakes. E a colazione i pancakes e i cinnamon rolls (pasta di brioche arrotolata con la cannella). Noi spesso per pranzo andavamo nei supermercati e compravamo panini, insalate e frutta: sicuramente risparmiate (in più nella maggiorparte dei Parchi non c’è nulla!). E se amate l’acqua gassata armatevi di santa pazienza per trovarla nei supermercati!

Un’ultima annotazione riguarda il fuso orario. Noi abbiamo fatto questo viaggio in estate, quindi con l’ora legale in vigore. In teoria i 3 Stati che abbiamo attraversato hanno lo stesso fuso orario, quello delle Montagne Rocciose, quindi 8 ore di differenza. Peccato che in Arizona non abbiano l’ora legale, quindi le ore diventano 9. Ma a complicare il tutto sono le riserve dei Nativi dell’Arizona, in quanto loro applicano l’ora legale (come al Canyon de Chelly per esempio), quindi di nuovo 8 ore!

Cosa dire di più? Che i Parchi Nazionali degli USA sono veramente meravigliosi! Bisogna vederli almeno una volta nella vita per capire l’immensità della natura in questo paese.

Dead Horse Point

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